VULVODINIA: STRESS, MICROBIOTA E ORMONI 

STRESS

Lo stress è la risposta psicologica e fisiologica che l’organismo mette in atto nei confronti di uno o più eventi capace di esercitare sull’organismo, con la sua azione prolungata, uno stimolo dannoso, provocandone di conseguenza la reazione.

La vulvodinia è un disturbo prolungato, stressante influenzato da diversi fattori e le terapie multidisciplinari sono considerate le più efficaci nel gestire il dolore e sono attualmente la linea di trattamento raccomandata. 

Vediamo nel dettaglio alcuni meccanismi che sono alla base dell’origine del dolore. Come detto più volte la vulvodinia porta uno stravolgimento della vita della donna a causa del ritardo nella diagnosi e dei meccanismi cronici che si instaurano a causa del dolore. 

L’esposizione persistente allo stress mentale, fisico, e psicosociale può portare ad un’alterazione di tutta la biochimica del tratto genitale inferiore femminile. 

Man mano che peggiora l’infiammazione le sostanze infiammatorie non si trovano più localmente a livello pelvico ma entrano nella circolazione sanguigna fino ad arrivare al cervello e causano neuro infiammazione (che è una delle cause biologiche della depressione e delle alterazioni del sonno). L’infiammazione cronica altera i meccanismi cerebrali del dolore: le fibre che dal cervello arrivano in periferia vanno a peggiorare la sintomatologia perché iperstimolate o iperstimolabili.

Lo stress peggiora il dolore neuropatico perché aumenta la produzione di adrenalina e cortisolo che sono gli ormoni di allarme. L’aumento del cortisolo, che nel breve periodo ha un effetto antinfiammatorio positivo, porta nel lungo periodo eventi negativi tra i quali: aumento del grasso viscerale addominale, problemi di memoria e calo del desiderio sessuale. Nelle donne in particolare riduce il progesterone con conseguente irregolarità del ciclo mestruale. 

A sua volta l’aumento dell’adrenalina porta diversi sintomi come cefalea, agitazione, nervosismo e disorientamento e influisce negativamente sulla produzione di ossitocina che in bassi livelli nella donna impedisce la distensione e il rilassamento della vagina e dei muscoli del pavimento pelvico.

Possiamo per ciò capire come da un dolore locale si evolve e sviluppa una patologia sistemica, e i sintomi che riferiscono le pazienti non sono inventati, ne di origine psicologica ma bensì c’è una causa o più cause vere e proprie.

MICROBIOTA

La parola microbiota definisce la popolazione dei microorganismi (batteri, virus, miceti, protozoi) che vivono nel nostro corpo. Questi microorganismi rappresentano un vero e proprio “ecosistema” che vive in equilibrio dinamico, influenzando il nostro stato di salute agendo da barriera selettiva contro la proliferazione dei batteri patogeni. Il termine “microbiota vaginale” si riferisce all’insieme di microrganismi che normalmente sono presenti a livello vaginale. Il corretto equilibrio del microbiota vaginale ha importanti ripercussioni sulla salute della donna in ogni epoca della sua vita.

Le ultime evidenze scientifiche dimostrano come le patologie gastrointestinali (stipsi, diarrea, sindrome dell’intestino irritabile, o semplicemente la disbiosi intestinale) e le patologie ginecologiche e sessuali (endometriosi, cistiti e candide) siano spesso compresenti nella donna affetta da vulvodinia.

In recenti studi è stata dimostrata una differente composizione del microbiota vaginale nelle donne con vulvodinia che, rispetto ai controlli dei pazienti sani, hanno dimostrato una riduzione di lattobacilli (in particolare di Lactobacillus Crispatus) ed un aumento contestuale di specie patogene (Klebsiella, E.coli, Streptococcus, Gardnerella, Mycoplasma, Candida).

Lo squilibrio batterico a livello vaginale e la contestuale perdita di lattobacilli può essere indotta da diversi fattori tra cui infezioni, traumi, terapie farmacologiche e ormonali, ma in modo particolare dalla disbiosi intestinale, ovvero perdita degli equilibri del microbiota intestinale, spesso esacerbata da terapie antibiotiche protratte e ripetute nel tempo.

Il 70% delle donne con vulvodinia, inoltre ha problematiche gastrointestinali (sindrome dell’intestino irritabile, colite, intolleranze varie, stitichezza). In particolare la stitichezza, che se mal gestita causa la contrattura dei muscoli del pavimento pelvico con un ridotto o mancato svuotamento dell’ampolla rettale che a sua volta favorisce la migrazione dei batteri che possono causare cistiti e vaginiti. È noto che l’intestino crasso funziona da “serbatoio” per lattobacilli e altri batteri, e la sua omeostasi microbiologica assume un ruolo piuttosto importante nell’omeostasi vaginale. Ecco perché l’assunzione di probiotici e la funzionalità dell’intestino stesso sono determinanti al mantenimento della flora vaginale. 

I batteri presenti nell’intestino possono facilmente arrivare a livello vaginale, pertanto uno squilibrio dei batteri intestinali può ripercuotersi a livello del microbiota vaginale.

Un ambiente vaginale in salute è dominato da batteri del genere Lactobacillus o, più comunemente detti, lattobacilli. Questi batteri derivano il loro nome dalla caratteristica capacità di produrre acido lattico, grazie al quale il pH vaginale è mantenuto a valori compresi fra 4.0 e 5.0. La prevalenza dei lattobacilli a livello vaginale costituisce un importante difesa contro le infezioni.

Il microbiota vaginale può essere influenzato anche dall’età perché è correlato ai livelli di estrogeni e alla variazione del ph. Nelle donne in post-menopausa, la diminuzione degli estrogeni provoca nuovamente un aumento del pH, che facilita la presenza di batteri enterici.  Anche l’uso troppo frequente di detergenti aggressivi, lavande vaginali e tamponi assorbenti interni può peggiorare la situazione.

L’utilizzo dei probiotici è strategicamente utile nel trattamento delle comorbosità intestinali e vaginali associate alla vulvodinia, per interrompere il circolo vizioso del peggioramento dello stato infiammatorio e del dolore cronico.

In base ad alcuni recenti approfondimenti, sappiamo che gli ormoni ovarici, la dieta e l’esercizio fisico (il microbiota è migliore in chi pratica sport regolarmente) possono regolare la composizione e la stabilità microbica vaginale e possono avere un impatto sulla salute pelvica e riproduttiva (attività fisica, sport e pavimento pelvico).

ORMONI NATURALI

L’Estriolo è un estrogeno naturale. Le creme a base di estriolo applicate localmente possono lenire alcuni sintomi della vulvodinia. L’estriolo è usato per evitare che il tessuto vaginale diventi sottile e secco; la sua azione si estende anche ai genitali esterni. L’uso della crema può aumentare lo spessore del tessuto e ridurre alcuni dei disagi che derivano dagli effetti della diminuzione della produzione ormonale durante la menopausa.

L’estriolo applicato localmente allevia la secchezza vaginale, l’atrofia vaginale e riduce il dolore durante i rapporti sessuali.

La somministrazione vaginale dell’estriolo, in particolare, ha effetti molto favorevoli sull’epitelio vaginale, sulla vascolarizzazione e sulla lubrificazione, sul pH e sul microbiota vaginale, ripristinando l’ecosistema più favorevole ricco in lattobacilli. Riduce inoltre gli indici infiammatori vaginali. I sintomi urogenitali come la frequenza e l’urgenza della minzione si riducono.

L’utilizzo della crema è un modo sicuro ed efficace per trattare le sintomatologie dolorose vulvari e non ha bisogno di essere elaborata dal sistema digestivo ma va applicata localmente.

Conclusioni

Il corretto utilizzo di probiotici, integratori alimentari e ormoni naturali, può aiutare a ripristinare e mantenere l’equilibrio del microbiota vaginale, e a ridurre il dolore vulvare. Tuttavia, a causa della complessità delle interazioni fra le tante componenti coinvolte nell’equilibrio microbiologico vaginale, ormonale e chimico, ogni donna è una storia a sé, e non esiste una strategia terapeutica che vada bene per tutte.

Da questo si capisce come la vulvodinia è una patologia sistemica, complessa, che varia da donna a donna e cercare di curarla localmente è un errore. Bisogna mettere insieme tutti i pezzi del puzzle con la collaborazione di tutti gli specialisti dal ginecologo, all’urologo, al neurologo, allo psicologo e al fisioterapista (equilibrio e pavimento pelvico). Solo così  si potrà raggiungere un risultato positivo e soddisfacente per le pazienti.

Ho scritto questo articolo per cercare di fare chiarezza e di far capire meglio che cos’è la vulvodinia e che effetti ha su tutto il corpo.

Le nozioni riportate sono state volontariamente semplificate per far capire a chi legge come la vulvodinia sia una patologia ingarbugliata, intricata e complessa. Nell’articolo sono stati omessi volontariamente i tipi di farmaco o integratori con eventuali dosaggi e tempi di somministrazione in quanto vuole essere solo a scopo informativo. 

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