DIASTASI ADDOMINALE, DIAFRAMMA E PAVIMENTO PELVICO

Per diastasi addominale intendiamo l’allontanamento progressivo dei due muscoli retti addominali causato dal cedimento dei tessuti della cosiddetta “linea alba”, o linea mediana, una sottile banda di tessuto poco elastico ma molto resistente che si estende dalla parte bassa dello sterno alle strutture ossee del bacino. Il segno caratteristico è una sorta di protrusione che si forma, spesso sotto sforzo, in corrispondenza della linea centrale dell’addome che va dallo sterno al pube, quasi sempre accompagnato dalla presenza di eccesso di pelle e tessuto adiposo. 

Questa condizione determina un allontanamento dei muscoli retti dell’addome che non trattengono correttamente gli organi dell’addome. Generalmente si verifica dopo una gravidanza ma può interessare anche uomini o donne che non hanno partorito. 

In caso di diastasi, è possibile intraprendere un percorso di tipo conservativo con un approccio fisioterapico oppure chirurgico e secondariamente fisioterapico. La scelta varia in base a due test che si effettuano sul paziente in statica e dinamica. Come possiamo vedere nella tabella qui sotto in base alla risposta dei test avremo una valutazione migliore su come intervenire. 

Detto ciò, prima di valutare la terapia da fare bisogna chiedersi perché è avvenuta la diastasi, cioè quale o quali meccanismi l’hanno causata. Immaginiamo il nostro addome come una scatola dove la parte superiore è formata dal diaframma, la parte inferiore dal pavimento pelvico, la parte posteriore dalla muscolatura della colonna lombare e la parte anteriore e laterale dai muscoli addominali (retti, obliqui, trasverso). Tutte queste strutture che non riusciamo bene a percepire hanno diverse funzioni, anche complesse, tra le quali il movimento, la respirazione, la contenzione, il sostegno, la gestione delle pressioni intra-addominali. Come negli ingranaggi di un orologio devono lavorare in perfetta sincronia altrimenti qualcosa può andare storto (diastasi).

È proprio qui, secondo me, il lavoro più importante! Far fare esercizi ipopressivi (anche se giusti) può non risolvere il problema della coordinazione, della sincronia o dell’antagonismo di queste strutture. L’addome nel complesso delle sue strutture deve essere competente e il paziente deve avere coscienza e percezione dei vari elementi.

Facendo un esempio concreto come possiamo vedere nella foto qui sopra l’addome deve gestire le pressioni intra-addominali. Se il paziente non ha una buona stabilità dei retti e del trasverso la pressione del diaframma, magari durante uno sforzo fisico come un allenamento o una corsa, andrà nella direzione sbagliata (freccia rossa). In questo caso la parte anteriore del pavimento pelvico, a causa di questi stimoli errati e ripetuti, può andare in disfunzione perché non riesce a sopportare tale pressione (per esempio incontinenza durante gli sforzi).

Spesso si valuta e riabilita solamente la forza dei muscoli. Un’altra valutazione importante è la sincronia soprattutto tra diaframma e pavimento pelvico (pavimento pelvico, diaframma e benessere) e tra muscoli obliqui e pavimento pelvico. Una mancata sincronia potrebbe ipotizzare un debolezza della muscolatura pelvica.

Infine va valutato l’equilibrio e la propriocezione del paziente con diastasi (equilibrio e pavimento pelvico) perché tutte queste strutture citate partecipano inconsciamente a questa funzione che è molto complessa, e se non si attivano in sincronia possono nascere dei problemi.

Conclusioni

Come ho scritto in altri articoli non bisogna focalizzarsi dove si vede il problema ma fare una diagnosi e una valutazione più globale andando a vedere:

  • Tipi e classificazione della diastasi
  • Postura
  • Respirazione
  • Sistema viscerale e miofasciale
  • Percezione e sincronia addominale
  • Equilibrio 

Quando lo spazio tra i retti addominali supera i 3 cm si prende in considerazione il trattamento chirurgico che prende il nome di addominoplastica. In caso di intervento, nel post operatorio dopo circa 40 giorni, bisognerà fare le stesse considerazioni per la riabilitazione.

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