“Cistite o non cistite? Questo è il problema!”
La cistite è un’infiammazione della mucosa vescicale, in genere, associata a un’infezione batterica che colpisce le vie urinarie. Ci sono vari tipi di cistite, ma in questo articolo parleremo di quelle croniche dette interstiziali o post coitali o abatteriche. La cistite, in tutte le sue forme, è uno dei sintomi più riportati dalle mie pazienti. Ho scritto questo articolo per fare chiarezza e analizzare bene questa patologia che angustia la vita di molte donne. Se non ben diagnosticata porta ad un abuso dell’utilizzo di farmaci come antibiotici, creme intime, antidolorifici e antinfiammatori. L’articolo vuole porre l’attenzione sul fatto che alcuni sintomi vengono scambiati per cistite mentre hanno altra origine e non obietta nulla sulle cistiti batteriche curate come ben sappiamo.
Per una giusta valutazione è molto importante il ragionamento clinico che deve andare per esclusione di fattori. Come ho descritto all’inizio abbiamo diversi tipi di cistite e proprio da qui dobbiamo partire. Nel momento in cui si ha una cistite o si pensa di averla, bisogna indagare se è di origine batterica/infettiva con le analisi di routine. Qui ci sarà la prima grande biforcazione perché nel caso di positività delle analisi si dovranno svolgere le cure farmacologiche classiche con il proprio medico. In caso di negatività delle analisi si deve capire l’origine della cistite, o se è realmente una cistite o un sintomo simile riconducibile ad altre cause.
Spesso mi trovo ad affrontare casi di pazienti confuse, spaesate che fanno cure su cure senza avere risultati. Nel momento in cui iniziamo una cura, qualunque essa sia, ci deve portare un cambiamento dei sintomi altrimenti stiamo andando nella direzione sbagliata o stiamo curando la patologia sbagliata. Di seguito riporto alcuni casi frequenti che le mie pazienti hanno raccontato alla prima visita:
- Possiamo avere donne che hanno cistiti ricorrenti dopo rapporti sessuali non protetti con il partner. In questi casi si pensa che la flora batterica dell’uomo possa incidere sulla patologia. Se così fosse l’utilizzo del preservativo (anallergico, senza lattice, etc) dovrebbe migliorare la situazione. Se l’utilizzo del preservativo non migliora la patologia dobbiamo farci altre domande sulla cause dei sintomi.
- Un altro esempio ancora è l’utilizzo di lubrificanti, gel e oli per evitare l’attrito e la lesione della mucosa interna della vagina durante il rapporto sessuale in modo da non favorire la proliferazione dei batteri. Ma anche qui nonostante l’uso di questi presidi i risultati non si vedono. Ci sono casi di cistite anche per autoerotismo.
- Altre donne prendono tantissimi antidolorifici, integratori o farmaci a base di D-mannosio ma continuano ad avere i sintomi della cistite. Se i farmaci non danno una risoluzione definitiva del problema bisogna porsi delle domande sull’efficacia della terapia farmacologica o sulle cause scatenanti.
- Infine possiamo avere donne che senza un motivo valido o senza aver avuto rapporti sessuali che scatenano la cistite hanno tutti i sintomi di questa patologia con continue recidive.
La domanda da porsi in tutte queste situazioni è: qual’è la causa del sintomo?
Rita Mae Brown nel suo libro Sudden Death disse: “Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”.
Quindi a mio avviso bisogna uscire fuori dagli schemi e ragionare in maniera diversa. Se ho una cistite con esami di laboratorio negativi probabilmente non è una cistite e bisogna indagare lontano da dove si manifestano i sintomi. È normale che qualsiasi donna dopo aver avuto cistiti ricorrenti appena inizia a sentire i soliti sintomi vada nel panico e si alteri sia psicologicamente che fisicamente per l’ennesima ricaduta. Questo meccanismo crea un circolo vizioso dove l’ansia e lo sconforto vanno ad aumentare la portata del problema sia come stress fisico (vulvodinia: stress, microbiota e ormoni), sia come contrattura muscolare di addome e perineo. Quando abbiamo forti emozioni, sia negative che positive, queste agiscono sulla conduzione nervosa. Per fare semplici esempi possiamo avere il cane che fa la pipì quando è emozionato, o chi urina involontariamente per un grosso spavento: in tutti e due i casi non c’è una patologia ma un’emozione che scatena l’attivazione del nervo.
I nervi sono “programmati” per svolgere la loro funzione e nel momento in cui c’è una loro irritazione o compressione svolgono semplicemente il loro compito: cioè veicolare il dolore o la sensazione nervosa che gli compete (attività fisica, sport e pavimento pelvico).
Le patologie da intrappolamento creano proprio questi sintomi ma nel caso di sindromi da intrappolamento nel resto del corpo curiamo la causa, nel caso del pavimento pelvico o della vagina curiamo il sintomo. Perché????
Tra le più comuni, giusto per citarne alcune in breve e far chiarezza, troviamo:
- Sindrome del tunnel carpale: anche se i sintomi si riferiscono sulla mano o sui polpastrelli la cura fisioterapica viene eseguita al livello del polso dove c’è la compressione del nervo.
- Sindrome del piriforme o falsa sciatica: compressione del nervo sciatico da parte del muscolo piriforme che si trova nella parte posteriore del bacino. La sciatica si può presentare come dolore lungo la gamba fino al piede ma anche qui non si tratta né il piede nè la gamba ma si va a trattare il muscolo piriforme.
Anche al livello addomino-pelvico abbiamo queste sindromi:
- Sindrome da intrappolamento del nervo otturatorio: si manifesta con dolore irradiato al perineo e alla zona mediale della coscia prossimale e può essere confuso con le patologie muscolotendinee degli adduttori o con bruciori intimi.
- Sindrome da intrappolamento del nervo ilioinguinale: l’irritazione/intrappolamento del nervo ilioinguinale si manifesta con dolore presente sulle grandi labbra e nella regione interna della coscia.
- Sindrome da intrappolamento del nervo genitofemorale: il nervo ha origine a livello lombare ed ha due rami, uno genitale ed uno femorale che si dividono proprio a livello del legamento inguinale. A seconda del ramo compresso dà una diversa irradiazione dei sintomi tra cui la zona genitale.
- Sindrome di alcok o del nervo pudendo: detta anche sindrome del ciclista (la posizione sul sellino può indurre la sindrome per compressione del nervo), identifica una condizione compressiva dove il paziente lamenta dolore cronico, prurito, formicolii, sensazione di spilli, nelle aree di afferenza del nervo pudendo: genitali esterni, retto e perineo. Il nervo ha funzioni sia sensitive che motorie, ed innerva sia la regione dello sfintere anale che dei genitali.
Il pavimento pelvico svolge il ruolo di un vero diaframma tra osso pubico, coccige e tuberosità ischiatiche e lavora in sincronia con il diaframma toracico e la muscolatura addominale. Le cause di compressione dei nervi sensitivi dell’addome e della pelvi possono essere provocate da una predisposizione anatomica (canali piccoli, spazi ristretti tra i legamenti) e/o anomalie biomeccaniche (contratture o disfunzioni muscolari o fasciali).
Tra le più comuni troviamo:
- compressione o intrappolamento del nervo lungo il suo decorso.
- vulnerabilità del nervo a traumi tensivi che possono indurre un allungamento oltre i suoi normali limiti con il risultato di una infiammazione neurale. Per esempio parto vaginale, stipsi con ripetuti tentativi per defecare, squat con pesi eccessivi, aderenze cicatriziali.
- disfunzione del pavimento pelvico: ipertono o ipotono della muscolatura (foto sotto)
- prolasso genitale
- stress e tutti i meccanismi ad esso associati
CONCLUSIONI
Le sindromi da intrappolamento dei nervi sensitivi della parete addominale bassa e della regione pelvica possono essere causa di dolore vaginale che può essere mal diagnosticato come cistite. Nel momento in cui la donna riconosce i sintomi incosciamente si contrae e si agita e porta in disfunzione catene fasciali e meccanismi muscolari. Non a caso molte donne che soffrono di queste “cistiti” hanno ipertono del pavimento pelvico, che altro non è che la risposta protettiva del corpo al dolore, all’ansia e allo stress di ricominciare tutto da capo. Durante l’attività sessuale come ho scritto in questo articolo (rapporti sessuali e pavimento pelvico) ci sono delle contrazioni muscolari inconsce o automatiche che non possono essere controllate. Se c’è un malfunzionamento tra la sincronia o il rilasciamento di questi muscoli il nervo può rimanere intrappolato dando dolore nella sua zona di pertinenza e simulando la cistite. Le sindromi da intrappolamento in generale sono poco conosciute e spesso non correttamente diagnosticate e sono molte le pazienti che richiedono numerosi consulti prima di arrivare ad una corretta diagnosi e terapia. Possono presentarsi come patologia isolata o essere associate a varie disfunzioni della zona addominale, pelvica e vaginale. Alla luce delle predette informazioni, occorre considerare che laddove le cure farmacologiche non danno risultati ed i sintomi persistono nel lungo periodo, è consigliabile sottoporsi ad un’attenta valutazione del pavimento pelvico, dell’addome e del diaframma per accertarsi che i sintomi non siano riconducibili ad una disfunzione di queste strutture.