L’importanza di una corretta fisioterapia dopo l’intervento chirurgico di Mastectomia
Una corretta Fisioterapia impostata dopo l’intervento chirurgico di Mastectomia è in grado di ridurre l’incidenza e l’entità dell’edema, di ridurre i blocchi articolari scapolo-omerali, di ridurre le flogosi locali, di evitare aderenze cicatriziali e posture scorrette.
Le principali problematiche che possiamo avere sono:
Deficit motorio della spalla e dell’arto superiore omolaterali: dopo l’intervento chirurgico possono residuare deficit motori della spalla e dell’arto superiore per lesioni dei nervi toracici anteriori, del nervo toracico lungo o del nervo toracodorsale, spesso associati ad ipoestesia, a causa dell’interessamento delle fibre sensitive. Di frequente riscontro ci sono deficit di abduzione, di rotazione e di flessione dell’arto.
Capsulite adesiva o frozen shoulder: deficit motori possono talora conseguire a borsiti sottoacromiali o a retrazioni capsulari che possono portare ad una severa rigidità della spalla con compromissione del movimento.
Retrazioni della cicatrice: una parte fondamentale della riabilitazione è lo “scollamento “ e il massaggio della cicatrice perché può portare a limitazioni del movimento e aumentare la possibilità della capsulite descritta in precedenza.
Scapola alata: è riscontrabile inizialmente in circa il 20% delle donne operate e consiste in una extrarotazione della scapola. La scapola alata (deficit del nervo toracico lungo) si evidenzia gradualmente durante la flessione dell’arto fino a 90° e risulta ancora più evidente durante i movimenti contro resistenza. Un corretto trattamento riabilitativo, con attivazione dei muscoli funzionalmente invalidi, è in grado per lo più di risolvere il deficit neuromuscolare, a meno di lesioni complete e irreversibili del tronco nervoso.
Linfedema: è possibile che dopo l’intervento, anche a distanza di molto tempo, possa comparire del gonfiore (a braccio, avambraccio e mano). Questo è causato dalla interruzione delle vie linfatiche per l’asportazione dei linfonodi, e rappresenta una delle complicanze più frequenti e più temute dello svuotamento ascellare. Proprio al fine soprattutto di ridurre l’impatto di tale complicanza si è sviluppata recentemente una tecnica chirurgica (detta del “linfonodo sentinella”), che si propone di evitare, nelle donne a basso rischio di metastasi linfonodali, la dissezione linfonodale ascellare. Attualmente l’incidenza del linfedema nelle pazienti sottoposte ai diversi tipi di chirurgia radicale e conservativa e che seguono correttamente le terapie motorie riabilitative è del 10% circa.
Fisioterapia post intervento al seno Roma nord: l’approccio preventivo del Fisioterapista per limitare o eliminare l’insorgenza delle complicanze
In questo caso un approccio preventivo del fisioterapista può limitare o eliminare l’insorgenza delle complicanze dette in precedenza.
Lavorare sulla postura, elasticizzare la cicatrice, e rieducare funzionalmente la sincronia scapolo-omerale può portare ad un recupero più veloce dall’intervento senza dolore e complicanze.